Investigazioni internazionali: gli aspetti da considerare
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30 Aprile 2024Chi legge il nostro blog, ci segue sui social o ha avuto modo di assegnarci un lavoro di indagine sa quanta importanza diamo agli aspetti legali e deontologici legati alla professione di investigatore privato: ricopriamo un ruolo molto delicato, soprattutto per quanto riguarda la tutela della privacy delle persone su cui si indaga e dei nostri clienti, e osserviamo in modo rigoroso la nostra deontologia professionale, che rispetta le stesse regole applicate agli avvocati.
L’investigatore privato, d’altronde, ha l’obiettivo di produrre prove investigative utili ad avviare un’eventuale azione legale attraverso la quale il suo cliente possa tutelare i propri interessi privati ed economici: insomma, l’investigatore non è solo un testimone diretto di quanto accade durante le indagini che svolge, ma deve anche produrre prove investigative utili ad avviare un’eventuale azione legale (ciò che viene definita rilevanza probatoria delle indagini).
Responsabilità civile dell’investigatore privato: le norme di riferimento
Ma cosa succede quando un investigatore privato commette un errore durante le proprie indagini? Quali sono le responsabilità civili a cui deve rispondere e i risarcimenti da riconoscere ai clienti danneggiati?
Abbiamo già visto quali danni possono arrecare persone che svolgono abusivamente la professione di investigatore: sono tanti i casi in cui vengono segnalati all’autorità giudiziaria personaggi che svolgono l’esercizio abusivo della professione di investigatore privato, in barba a ogni legge e malgrado le pene esemplari comminate a chi perpetra questo reato.
Anche investigatori privati professionisti, però, possono commettere degli errori gravi durante le proprie indagini per conto dei clienti: per evitare di incorrere in ipotesi di responsabilità civile e conseguente obbligo di risarcimento del danno, è importante che l’investigatore privato conosca a fondo la normativa in materia di privacy e protezione dei dati personali.
Sono diversi i riferimenti normativi da rispettare per evitare ogni tipo di errore: vediamo quali sono.
Articolo 2 della Costituzione
Il secondo articolo della nostra costituzione colloca la persona al centro rispetto ai controlli dello Stato e riconosce la persona come titolare di diritti inviolabili che la Repubblica riconosce, tutela e garantisce.
Articolo 2043 del Codice Civile
Questo articolo cita testualmente: “Qualunque fatto che cagioni ad altri danno ingiusto obbliga colui che l’ha commesso a risarcire il danno”. Esso, inoltre, disciplina il sistema della responsabilità civile/illecito. Se durante l’attività investigativa i principi riportati vengono osservati, non si incorre in alcuna ipotesi di responsabilità civile.
Regolamento UE 679/2016 sulla protezione dei dati personali (GDPR)
Non poteva mancare il famoso GDPR, il quale obbliga gli investigatori a procedere con un attento utilizzo delle nozioni di “dato personale” e “trattamento” dei dati. L’articolo 5 del GDPR, infatti, stabilisce come deve avvenire il trattamento dei dati personali: le operazioni devono essere lecite, corrette, trasparenti, ridotte al minimo e per finalità predefinite e specifiche; i dati devono essere conservati per il tempo strettamente necessario per raggiungere le finalità e deve esserne sempre assicurata l’esattezza, l’integrità e la riservatezza, oltre che il costante aggiornamento; tali modalità di trattamento devono favorire in concreto il rispetto dei diritti, delle libertà e della dignità dei soggetti interessati, ossia delle persone fisiche/giuridiche cui i dati sono riferiti; è necessario integrare i principi dettati dal GDPR nelle proprie prassi operative.
Regole deontologiche per il trattamento a fini di archiviazione
Pubblicate dal Garante per la Protezione dei Dati Personali nel 2018 e in vigore dal 2019, si applicano al trattamento dei dati personali non solo in presenza di un procedimento giudiziario già instaurato, ma anche nella fase propedeutica e in quella successiva alla definizione dello stesso. In particolare, l’investigatore non può infrangere questo principio e, qualora lo faccia, è fonte di responsabilità civile. All’investigatore deve essere conferito apposito incarico scritto, come abbiamo visto nell’articolo dedicato al registro degli affari per l’agenzia investigativa.
Codice deontologico delle Agenzie Investigative e degli investigatori privati associati alla Federpol
Il tema della protezione dei dati personali è citato all’articolo 1 del nostro codice deontologico, dove si legge che tutti gli associati “si impegnano al rispetto del diritto alla protezione dei dati personali, del diritto alla riservatezza e del diritto all’identità personale”. Il Codice Deontologico fa riferimento al GDPR, nella parte “Regole deontologiche relative ai trattamenti di dati personali effettuati per svolgere investigazioni difensive o per fare valere o difendere un diritto in sede giudiziaria“.
Implicazioni pratiche delle responsabilità civili
Cosa succede se un investigatore privato commette un errore e deve rispondere di responsabilità civile? Be’, diciamo subito che le implicazioni possono variare: si va da sanzioni economiche a danni reputazionali (entrambi potenzialmente capaci di influenzare negativamente la carriera e l’operatività dell’investigatore e dell’agenzia presso cui opera).
Insomma, per un investigatore privato non rispettare le normative citate significa esporsi a rischi significativi quali:
- azioni legali intraprese dai soggetti indagati o dai clienti, per uso improprio dei dati personali;
- sanzioni amministrative da parte del Garante per la Protezione dei Dati Personali, che possono arrivare fino al 4% del fatturato annuo globale o 20 milioni di euro, a seconda di quale sia l’importo maggiore.
- danni reputazionali gravi, che possono compromettere la fiducia nei confronti dell’investigatore e dell’agenzia investigativa, rendendo più difficile acquisire nuovi clienti o mantenere quelli esistenti.
Ad esempio, un’indagine condotta senza il rispetto della privacy può portare a cause legali per violazione di dati personali, con la conseguente richiesta di risarcimenti danni elevati da parte dei soggetti interessati.
4 strategie da adottare per ridurre al minimo i rischi
Per minimizzare i rischi legali e deontologici, gli investigatori privati possono adottare determinate strategie preventive:
- fare formazione continua: aggiornarsi costantemente sulle leggi vigenti, compreso il GDPR, e sulle pratiche deontologiche migliori per garantire che le indagini siano condotte in modo etico e legale;
- adottare protocolli di sicurezza dei dati, attraverso l’implementazione di misure di sicurezza stringenti per proteggere i dati raccolti durante le indagini, compreso l’utilizzo di sistemi di crittografia e firewall avanzati;
- garantire la massima trasparenza ai clienti: essere trasparenti riguardo ai metodi di indagine utilizzati e assicurarsi che i clienti comprendano le implicazioni legali e etiche delle indagini;
- assumere incarichi scritti e ben definiti: garantire che ogni incarico ricevuto sia documentato chiaramente per iscritto, delineando le aspettative, i limiti legali e deontologici dell’indagine, e le responsabilità di entrambe le parti.
Sempre a tutela delle persone coinvolte e dei loro dati
Mentre la professione di investigatore privato gioca un ruolo cruciale nel supporto alle decisioni legali e personali, è fondamentale che ogni passo compiuto nell’ambito dell’investigazione sia guidato da un solido rispetto per la legge e la deontologia professionale. L’adozione di strategie preventive e un impegno costante alla formazione sono essenziali per navigare le complessità legali e etiche di questa professione, assicurando la tutela dei diritti delle persone coinvolte che la salvaguardia dell’integrità professionale dell’investigatore.
Se vuoi una prima consulenza gratuita e conoscere maggiori aspetti riguardo alla tutela dei dati, contattaci pure: saremo felici di spiegarti come lavoriamo e come possiamo aiutarti.